Come vi avevamo promesso, rieccoci a parlare dei simpatici marziani, questa volta visti da vicino (si fa per dire). Nel volume La vita sul pianeta Marte, recentemente pubblicato da Xedizioni (potete trovarlo qui), l’autore spiega bene l’atmosfera che si respirava a fine Ottocento, a causa di alcune clamorose sviste degli astronomi: muniti di grossi telescopi e convinti di riuscire a vedere qualcosa a distanza di decine di milioni di chilometri e soprattutto attraverso la nostra turbolenta atmosfera, si lanciarono in ipotesi sulla natura di certi segni visibili su Marte. Qualcuno di loro immaginò che potessero essere tracce di vita intelligente. Da qui ha origine l’epopea marziana sulla Terra, che da allora non ci ha più abbandonato. La notizia di quelle illusorie scoperte scientifiche scatenerà la fantasia degli scrittori e in seguito degli sceneggiatori cinematografici.
Il principio era semplice: Marte appare come un pianeta arido, agonizzante. Magari è stato la culla della vita prima della Terra, essendo più piccolo e più distante dal Sole, quindi più facile da raffreddare e portare nelle giuste condizioni. Ma questo avveniva milioni di anni fa. Ora è sede di una civiltà in crisi: l’acqua scarseggia, la temperatura diventa sempre più rigida, le condizioni di abitabilità peggiorano di secolo in secolo. Ma la civiltà marziana è molto avanzata, avendo cominciato prima di noi. Loro osservano la Terra con mezzi potentissimi: vedono che c’è tanta acqua, tanta vegetazione, tanta vita. Dunque, è una possibile colonia, luogo di migrazione per le popolazioni marziane stremate da generazioni di sofferenze. Basta andare a conquistarla.
Questa è la base di tante storie, la prima delle quali è La guerra dei Mondi di H. G. Wells, un romanzo distopico che sarà la base di tanti sequel, imitazioni, e numerosi film (l’ultimo del 2005 di Spielberg) oltre a una serie recentissima su Amazon Prime. A leggerlo oggi, dopo poco più di cento anni, ci si rende conto di come fosse il mondo alla fine dell’Ottocento. Sappiamo bene che in ogni epoca gli scrittori di fantascienza devono utilizzare più o meno la tecnologia e la scienza esistenti: così ha fatto Verne, così fa Wells. L’unico modo per fare arrivare i marziani è quello di infilarli in un proiettile di cannone e spararli contro la Terra. Niente razzi, niente controllo di direzione, niente paracadute all’arrivo. Cose assolutamente senza senso. Figuriamoci puntare un cannone verso un puntino distante cento milioni di chilometri, che per giunta continuerà a spostarsi durante il viaggio del proiettile. Vabbè, facciamo finta di niente. Il bello però, è che non solo arriva a destinazione, ma “atterra” proprio nelle campagne intorno a Woking, vicino a Londra, guarda caso a due passi dalla casa dove Wells stava scrivendo la storia. Ma c’è di più: i marziani lanciano dieci ordigni, uno per notte a mezzanotte – chissà perché – e tutti e dieci arrivano precisi e puntuali, a breve distanza dal primo, una notte dopo l’altra. Tanto vicini da poter comunicare l’uno con l’altro, dopo l’arrivo, con la potente voce marziana e con le loro sensibilissime orecchie, dato che per quanto progrediti non avevano la radio. Escono dai loro veicoli, montano i loro ordigni e partono a conquistare il Mondo, ossia Londra.
Wells seguirà gli spostamenti di assalitori e assaliti con ossessiva meticolosità, muovendo le sue pedine immaginarie nelle strade delle province interessate. D’altra parte siamo nell’Ottocento, le distanze sono quelle che si possono percorrere a piedi o a cavallo, o al massimo in treno. Qualcuno si è preso la briga di segnare su una cartina i luoghi delle vicende. Per esempio qui, facendo uso di Google Maps. Insomma, la Guerra dei Mondi si svolge in un raggio di ottanta chilometri e coinvolge poche decine di villaggi, oltre alla città di Londra. Questo la dice lunga sul concetto che un cittadino britannico aveva allora del “mondo” e della sua capitale. In seguito quest’idea verrà utilizzata da scrittori e sceneggiatori, che guarda caso faranno piovere disgrazie e cataclismi proprio su New York, l’erede designata come capitale del mondo dai primi del Novecento ai giorni nostri.
Dato che non vogliamo guastare la sorpresa, lasciamo al lettore il piacere di scoprire come si svilupperanno le vicende della guerra in questione. Noi ci siamo divertiti a tradurre il libro, che uscirà tra breve per Xedizioni, e ci ripromettiamo, appena possibile, di noleggiare un’auto nei dintorni di Horsell Common, punto di arrivo del primo proiettile marziano, e di percorrere tutto il tragitto usando il libro come navigatore. Probabilmente non è un’idea molto originale, e forse troveremo i punti di ristoro e i venditori di souvenir come nel cammino di Santiago. (Zero37, giugno 2023)
Addendum: Stiamo già lavorando a un nuovo libro, nel quale i terrestri restituiranno la visita ai marziani, e con gli interessi. Sarà una spedizione progettata e capeggiata da Thomas Alva Edison in persona, che porterà con sé altri personaggi famosi.