Nei meandri delle leggi internazionali sul diritto d’autore, nelle quali si rischia sempre di inciampare, gli autori e gli editori americani sono protetti da tante leggi differenti, sempre più restrittive. Di questa storia, lunga e complessa, il vero protagonista è stato Topolino. Sì, proprio il simpatico Mickey Mouse e alcuni suoi amici, tra cui Pluto, Pippo e Paperino. Ovviamente stiamo parlando della Disney. La multinazionale del cartoon non poteva permettere che la sua creatura miliardaria potesse finire nel pubblico dominio, per questo negli anni ha scatenato delle lobby che acquistavano il voto dei legislatori per spostare sempre in avanti la data fatale della scadenza. Per sapere tutta la storia leggi qua (o anche qua). Attualmente il copyright di Mickey Mouse è stato esteso fino al 2023, grazie a una distinzione tra diritti d’autore personali e diritti aziendali introdotta con uno degli ultimi “copyright act”. Dunque starebbe per scadere, ma a quanto pare i “remake” possono interferire sulla scadenza dei diritti e spostare ancora in avanti il problema. Quindi Topolino non si tocca.
Per gli autori personali la situazione è differente, ma scandita da due differenti termini, dato che negli Usa le nuove leggi non hanno effetto retroattivo, ossia non cancellano quelle vecchie. Come abbiamo visto in un altro articolo, un’opera americana che ha più di novantacinque anni ricade nel pubblico dominio, anche se il suo autore è morto meno di settant’anni fa. Questa dei settant’anni è una regola generale adottata ormai da molti Paesi compresa l’Italia. Tutte le opere di un autore scomparso da più di settant’anni ricadono nel pubblico dominio. È il caso per esempio di Cesare Pavese, in Italia. Morto nel 1950, tutte le sue opere possono essere utilizzate liberamente.
Ma Hemingway? L’autore di Fiesta, Per chi suona la campana, Il vecchio e il mare e tanti altri romanzi memorabili è morto nel 1961: meno di settant’anni fa. Quindi i suoi lavori sono ancora quasi tutti coperti da copyright. Tutti meno quelli che hanno compiuto i fatidici 95 anni, ossia che oggi (2022) sono stati pubblicati prima del 1927. E infatti qualcosa è disponibile, tra cui la prima raccolta di racconti, elaborati tra il 1922 e il 1924 e pubblicati col titolo in our time in una prima versione e successivamente In Our Time (notare qui le maiuscole).
Tradurre Hemingway in italiano? Quale onore, e che emozione, aggiungeremmo. Noi ci abbiamo provato. Abbiamo accompagnato Nick Adam a pescare le grosse trote nel Fiume dai due cuori, abbiamo seguito le vicende de Il Signore e la Signora Elliot, abbiamo vissuto quella vita un po’ al margine della società, dove un ex pugile ti offre uova con pancetta ma poi ti minaccia di morte perché non gli presti un coltello. Siamo stati in campi di battaglia e nelle riserve indiane, nella provincia italiana e in Spagna. Tutto questo abbiamo fatto mentre leggevamo e riscrivevamo i racconti di Hemingway. Il risultato sembra buono. Lo trovate qui, in un tascabile appena pubblicato da Xedizioni, con una splendida copertina progettata da Enrica Massidda.
A proposito: a questo punto il copyright di questo libro è nostro in quanto traduttori, quindi valido almeno per i prossimi settant’anni, nel caso tutti noi dovessimo morire fulminati in questo momento 😉 (zero37)