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Streaming Energy

Torno a casa la sera, dopo una proficua giornata di lavoro, sempre attento al pianeta. Ho capito bene, ormai, che la salute dell’ambiente dipende anche da me, per la miliardesima parte che mi compete. Dunque vado a piedi o in bici, uso l’auto il meno possibile, riciclo plastica, carta, vetro. Uso la moka per fare il caffè, in modo da non riempire il mondo di capsule pseudo-riciclabili. Non accetto le offerte last-minute per i weekend in Grecia tutto compreso 400 euro: so bene l’impronta di CO2 di un volo aereo di due ore e non voglio contribuire al riscaldamento globale per il gusto di una breve vacanza inutile. Meglio una passeggiata salutare nei boschi vicini. Insomma, sono virtuoso.

Penso a tutte queste cose mentre mi organizzo la serata. Una cenetta cucinata da me con ingredienti dei mercatini a chilometro zero (niente delivery a casa mia!), e infine mi piazzo davanti al mio televisore non troppo grande e mi godo un bel film. Due ore di godimento puro, che inizia quando voglio e mi dà proprio ciò che mi serve… Pensare che un’amico mi ha proposto di andare al cinema. Ma perché! Per il cinema devo prendere l’auto, guidare per 45 minuti tra andare e tornare, passando a prendere lui. No, preferisco essere ancora virtuoso. Sto a casa e uso lo streaming, che d’altra parte mi costa pochi euro al mese e va sfruttato…

Avete mai fatto un simile ragionamento? Avete mai pensato che sia meglio mandare un video su WhatsApp o una serie di messaggi vocali piuttosto che parlare dieci minuti al telefono o incontrare una persona? Vi siete mai chiesti chi paga per tutti i dati che mandate e ricevete continuamente, quotidianamente? Per tutte le mail che inoltrate con disinvoltura alle vostre liste? E infine: vi siete mai chiesti quanto costa, in termini di energia, il film che vi godete in streaming ad alta risoluzione? Non pensiamo proprio, dato che questi dati nessuno li diffonde, anche perché nessuno li conosce realmente.

Occupiamoci del film scelto dal nostro amico virtuoso. Quel film è solo per lui. Si tratta di una montagna di dati, circa 7 GB, che vengono pescati da una memoria in un datacenter come quello della foto qua sopra, vengono immessi su un canale creato apposta per lui, e consegnati al suo ricevitore dopo un percorso in fibra o in cavo anche di migliaia di chilometri. Infatti questi datacenter, che consumano quantità spaventose di energia, sono dislocati in località convenienti dal punto di vista economico, dove l’energia e la manutenzione costano poco. Molta di questa energia serve anche per raffreddarli, dato che ancora con la tecnologia attuale queste macchine superveloci producono moltissimo calore. Dunque si utilizza l’acqua, e addirittura talvolta questi impianti sono completamente immersi nel mare. Probabilmente questa visione delle cose è del tutto sconosciuta alla maggioranza delle persone, dato che siamo abituati a considerare la rete internet come qualcosa di immateriale. Quindi, perché preoccuparsi di energia?

Invece, qualcuno ha calcolato che ogni GB che viaggia sulla rete “costa” la bellezza di 1kWh, ossia grosso modo quanto tenere acceso lo scaldabagno per un’ora, o guidare un’auto media per cinque minuti nel traffico cittadino. Ecco dunque che il film del nostro virtuoso pesa quanto 7kWh sulla bolletta del pianeta, e non importa se l’utente non riceverà quella bolletta: la CO2 sarà comunque stata emessa, esattamente come se avesse guidato l’auto per i 45 minuti previsti per andare e tornare dal cinema. Ma non facciamogliene una colpa, lui non lo sapeva! Probabilmente però, sapendolo, avrebbe accettato la proposta dell’amico: un buon film visto al cinema in buona compagnia offre dei valori aggiunti, forse veramente immateriali ma tangibili.

Magari varrebbe la pena di acquisire una certa sensibilità anche in questo settore, che vede ormai uno scambio globale di dati digitali che supera i 150.000 GB/secondo (figuratevi il consumo elettrico!). Anche per i dati bisognerebbe privilegiare la leggerezza, per esempio messaggi di testo senza immagini, chiamate senza video, e preferibilmente guardare la programmazione tv prima di ricorrere allo streaming. Magari trasmettono un film che ci piace, e quella volta sì che l’impatto sul pianeta sarà bassissimo, dato che quel film sarà condiviso tra tanti altri spettatori.

È il consumo esclusivo di banda che ci deve insospettire: senza essere complottisti, è evidente che le compagnie di distribuzione di contenuti video, insieme alle compagnie che gestiscono le reti hanno tutto l’interesse che si mantenga un certo riserbo sulle questioni che legano l’ambiente ai consumi di dati.

(Zero37, dicembre 2022)

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