Il grande scrittore e poeta inglese Rudyard Kipling (Il libro della Giungla, Capitani coraggiosi – tanto per citare alcuni dei capolavori) aveva anche il pallino per il mistero, l’esoterico, il paranormale e la fantascienza. Proprio negli anni della sua piena maturità il giovane Guglielmo Marconi faceva i suoi esperimenti di telegrafia senza fili. Lavorava prevalentemente in Inghilterra, dove aveva avuto accoglienza e buoni finanziamenti grazie alla famiglia della madre Annie Jameson (quelli dell’omonimo whiskey irlandese).
Fu così che Kipling, attirato dalla fama crescente del cosiddetto “Mago dell’Etere”, decise di conoscerlo e di seguirne gli esperimenti. La cronaca narra di una cena nella sua bella casa di Elms, Rottingdean (Brighton), nel dicembre 1899. Marconi non si fece pregare per spiegare al suo ospite i principi della radio, che allora consisteva in scintille, bobine, rivelatori, cuffie, macchine Morse per telegrafia. Kipling ne fu affascinato.
Facendo correre la fantasia, lo scrittore assocerà le trasmissioni radio agli altri fenomeni paranormali molto in voga all’epoca, non ultimo lo spiritismo. Da qui nasce un piacevole racconto a metà strada tra il fantascientifico e l’horror dove un esperimento scientifico marconiano si mischia con l’apparizione dello spirito di un grande poeta che “detta” alcuni versi a un povero farmacista non troppo in salute, mentre nella camera adiacente un macchinario ricevente “detta” all’operatore una serie di punti e linee ricevuti attraverso un’antenna.
Il racconto, intitolato Wireless, fu pubblicato nel 1902 su una rivista americana. Tradotto in italiano per la prima volta nel 1992 col titolo Via Etere fa parte della raccolta Confini e conflitti (edizioni Theoria). Abbiamo deciso di proporre una nuova traduzione, da offrire gratuitamente a chi ama le vecchie storie di fantasmi e agli appassionati della Radio.
Lo trovate anche nel sito dell’editore Xedizioni, nella pagina dedicata ai download.