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Virgolette

-La vedi? Mi diceva. La vedi quella scatola là, sopra quei libri?

-Quella scatola di sigari?

-Sì, è la scatola del barbiere, anzi, del “non barbiere”. Faceva con le dita il segno delle virgolette.

-?

-Ci metto l’equivalente ogni volta che “non” vado dal barbiere.

Il viso scavato, leggermente asimmetrico, gli occhi spiritati, uno strano sorriso. Gesticolava vivacemente. A parte questo era sempre il mio vecchio compagno di scuola e di infanzia, o almeno non avevo difficoltà a riconoscerlo dopo tanti anni.

-Ho smesso di andare dal barbiere più di dieci anni fa. Mi sono comprato la macchinetta. L’ho pagata 25 euro, ho imparato subito a usarla, niente male, vero? Si passava le dita attraverso i capelli cortissimi, un taglio un po’ militare.

-Sì, in effetti…

-Da allora, ogni volta che la uso metto nella scatola quello che avrei speso dal barbiere. All’inizio erano 10 euro, dal barbiere che c’era in fondo alla strada, poi è diventato “parrucchiere” (altre virgolette per aria) e da allora il prezzo è aumentato, ma io mi sono tenuto aggiornato. Oggi prende quindici euro per taglio e sciampo semplici.

-Semplici?

-Sì, senza extra, sai quelli che si fanno fare le striscioline rasate o il colore nelle ciocche, ma io quelle cose non me le faccio…

Continuava a passarsi le mani nei capelli cortissimi, ormai piuttosto brizzolati, e adesso notavo qualche ciuffo un po’ troppo lungo e le basette di diversa altezza, poco ma abbastanza da dargli un’aria vagamente bizzarra, insieme a quello sguardo eccitato.

-Ci sarà ormai più di millecinquecento euro in quella scatola, eh? l’avrò ammortizzata la macchinetta, eh? (sogghignava con la bocca un po’ storta)

Quella conversazione cominciava a sembrarmi inquietante. Mi ero immaginato un altro incontro.

-E cosa ci fai con tutti quei soldi?

-È questo il punto: niente. All’inizio pensavo: quando mi servono dei soldi, urgenti per qualcosa di improvviso, so da dove pescare. Che so, una cura dentistica, una multa, uno sfizio che voglio soddisfare… E invece niente. Da quando ho cominciato ho avuto bisogno di cure dentistiche, ho preso multe, ho avuto richieste di prestiti, ma niente di tanto impellente da intaccare il tesoretto-barbiere, ho sempre risolto in altro modo. Pensare che non so neppure quanto c’è là dentro: ogni volta che apro per metterci i quindici euro guardo sempre da un’altra parte per non vedere il mucchietto e non farmi tentare dalla voglia di contarlo…

-E allora?

-E allora è come se non ci fosse. Come il tesoretto delle “non sigarette” (ancora virgolette!)

-Noooo! Non dirmi che…

-Sì, e ho smesso di fumare venticinque anni fa. Un pacchetto di Camel al giorno, se non sbaglio costavano 1200 lire al pacchetto. Poi sono aumentate, poi è arrivato l’euro…

-E hai ancora tutte quelle lire?

-Nooo, le ho convertite allora, non sono scemo (la bocca ancora più storta nel sogghigno).

-E?

-E niente, c’è un barattolone in camera da letto, adesso ci metto cinque euro al giorno per le sigarette non fumate. Ma è come niente, non è vero niente.

-Cos’è che non è vero?

-Non è vero che se fumi diventi povero e non hai i soldi per la pizzeria. Io sono un fumatore virtuale, spendo quanto un fumatore reale, ma posso andare in pizzeria, fare viaggi, l’unico è che forse sperabilmente non mi viene il cancro ai polmoni. Ma forse mi viene lo stesso (ancora quel sogghigno!)

-Ma perché non prendi tutti quei soldi e te li godi?

-Perché? Perché non posso più, non posso più! (lo sguardo ora era drammatico). Quando cominci a chiudere i rubinetti, all’inizio ti diverti, risparmi, cominci a sentirti superiore a quelli che non lo fanno, pensi “smetto quando voglio”…

Mi veniva voglia di bloccargli per aria quelle mani che continuavano a fare le virgolette, odio quelli che lo fanno.

-E invece a un certo punto diventa compulsivo, non trovi più nessun motivo valido per aprire quella scatoletta se non per aggiungerci qualcosa, ti sentiresti un traditore, un ladro, un debosciato, ecco! Sei diventato un collezionista, non più un risparmiatore. Per niente al mondo vorresti dare via una parte delle tue sigarette non fumate, o dei servizi taglio-sciampo mai utilizzati. Sei l’unico, fortunato proprietario di una collezione unica al mondo. Sei l’unico in grado di apprezzarla. Si tratta di una cosa impossibile da condividere, o da vendere, a che prezzo poi? Anni e anni di dedizione, di costanza, e non voglio dire “sacrifici” (ancora virgolette, ma basta!!), perché sacrifici non sono, è puro divertimento, ma non riesco più a smettere.

Mi guardava con gli occhi ora disperati. Non sapevo come fare a uscire da quel puttanaio, una conversazione con un pazzo che fino a pochi minuti prima mi sembrava una persona normalissima.

Cominciavo a indietreggiare per raggiungere l’appendiabiti dove avevo lasciato il giubbotto. Nella mia testa frullavano quelle frasi che cominciano tutte con un “beh, si è fatto tardi…”. Lui capiva che stava per perdermi:

-Per non parlare dei prodotti in offerta, te ne ho mai raccontato? Vedi quella cassetta? Sai quando vendono la pasta col 20% di sconto? o l’olio?…

L’ho lasciato sul pianerottolo, che mi sciorinava le meraviglie del suo metodo “risparmia e conserva”, e per fortuna avevo da guardare i gradini mentre scendevo, ma mi sono immaginato ancora una volta, dalla balaustra, quelle due mani con le dita a uncino a fare le virgolette.

Aiutatelo. Qualcuno lo aiuti (A. A.)

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